Protagonista del romanzo, tiene in scacco Campania e Puglia
Il Mostro di terra di Montaguto
Ecco la frana attiva più estesa d'Europa: dal 2006 tanti i disagi
nella Valle del Cervaro. E oggi l'allarme è tornato a farsi rosso
         
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Quella di Montaguto è una frana di colamento che fra il 2006 e il 2010 ha creato forti disagi nel settore nord dell'Irpinia, in territorio comunale di Montaguto. Una situazione di rischio idro-geologico per la valle del Cervaro attestata fin dal 1763, tanto che in quell'anno re Carlo III di Borbone dovette inviare sul posto una squadra di ingegneri per risolvere le difficili condizioni di transitabilità dell'appena costruita strada regia delle Puglie che, all'epoca, costituiva l'unica via di collegamento tra Napoli, capitale del Regno, e la Puglia. Tuttavia, a partire dagli

 

inizi del 2006, in quello stesso punto si è verificato uno smottamento di dimensioni enormemente più vaste (oltre 3 km di lunghezza, oltre 670.000 m² di superficie e circa 10 milioni di m³ di volume). L'enorme colata di fango è scivolata da località Pannizza fino a raggiungere e superare la strada statale 90 delle Puglie, rimasta chiusa al traffico per oltre un anno.
A marzo del 2010, a causa di una fase di piogge incessanti, la frana si è riacutizzata vanificando tutti gli interventi posti in atto fino a quel momento e portando alla chiusura, oltre che della strada statale delle Puglie, anche della sottostante ferrovia Roma-Bari

 

che corre parallela al fiume Cervaro. Il 7 giugno, dopo 75 giorni, la ferrovia poté riaprire al transito mentre la vecchia strada statale venne definitivamente abbandonata e by-passata da una bretella, appositamente costruita e aperta al traffico il 10 luglio 2010.
Al fine di evitare rischi futuri si è ritenuto opportuno deviare il corso del Rio Nocella allo scopo di allontarlo dall'area di frana. Nel 2012 l'emergenza è stata dichiarata chiusa ma, a causa di scara attenzione
delle istituzioni, negli ultimi mesi
la terra è tornata a muoversi in maniera preoccupante.

 

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» L'ORIGINE
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Il "mostro di terra" avanza sulla ss90
e verso la ferrovia
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La frana di Montaguto fu segnalata per la prima volta nel 1956. A Pasquetta del 2006, invece, iniziarono i problemi. Era un soleggiato lunedì mattina di pasquetta quando alcuni ragazzi di Montaguto transitarono verso Savignano, sulla SS90. L’intenzione è quella di passare una movimentata giornata all’insegna del cibo e dell’allegria. Il giorno prima era venuto giù il cielo, come spesso accade in quel di Montaguto, con una pioggia torrenziale. Lunedì, invece, il sole aveva fatto capolino dalle nubi. E dunque, tutti pronti per andare al bosco. L’auto bianca dei quattro ragazzi arriva al bivio di Montaguto e svolta a destra, direzione Savignano. Percorrono i 3,5 km della SS90 delle Puglie ignari di quanto sta per accadere. Al ritorno c’è qualcosa che non va. “Abbiamo visto i carabinieri.Non abbiamo capito subito cosa fosse successo, poi però ci è stato spiegato. Di fatto, la frana era caduta sulla strada. Siamo stati gli ultimi a vedere la statale sgombra”. Al loro ritorno, infatti, la massa di terra – zuppa della pioggia del giorno precedente – si era riversata sull’asfalto, nel tratto compreso tra il chilometro 42+800 e 43+200.

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» FERROVIA CHIUSA
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L'11 marzo fu smontato il binario della Roma-Lecce
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Mercoledì 10 marzo 2010 la frana di Montaguto spezzava in due l’Italia: dopo la chiusura della SS90, avvenuta il 21 gennaio, toccò anche alla linea ferroviaria Roma-Bari-Lecce. Quel giorno, infatti, la terra giunse a pochissima distanza dal binario che passa sotto quello che venne definito “il mammellone”, l’immensa massa di terra staccatasi da un costone della montagna in contrada Pannizza. Così scrivevamo in quei giorni qui su Montaguto.com: “Noi lo ripetiamo ormai da quattro anni. La frana è un problema gravissimo. E, finalmente, pare che se ne siano accorti tutti. Lassù, Qualcuno ci ha dato ascolto e ha fatto in modo che la terra arrivasse ai binari, causando la chiusura forzata della linea Roma-Napoli-Bari. E adesso i guai si fanno seri. Ieri pomeriggio c’è stato un summit tecnico al comune, dove si è recato anche il subcommissario all’emergenza frane. Alla riunione erano presenti tecnici di Trenitalia e dell’Anas, per un totale di oltre venti persone. Si è trovato un sito momentaneo dove sversare la terra, a patto però che venga cercata una cava dove poter portare tutto il materiale eccedente.
A otto anni da quel macello occorre ricordare che la frana è sempre in movimento (adesso per fortuna lentissimo, grazie alle opere di messa in sicurezza e captazione e regimentazione delle acque) ma non è ferma.

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» FINE DELL'INCUBO
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L'11 luglio 2010
la grande festa: riapriva la SS90
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È fatta! Traguardo raggiunto. Così scriveva Montaguto.com lunedì 10 luglio 2010. Sei mesi dopo, si torna a circolare. E, dopo quattro anni e tre mesi, lo si potrà fare nei due sensi di marcia. Da questa mattina alle 9.00 è stata riaperta la SS90, nel tratto compreso tra il chilometro 41+700 e 44+150. Ma attenzione: il limite fissato è di 30 km/h, assolutamente da rispettare perché in presenza di un cantiere in movimento. Lassù, c’è sempre la frana che ricorda a tutti che la situazione non è definitiva. Ma stamattina si sono finalmente visti volti sereni, seppur stanchi e provati da una situazione che si è protratta per lungo tempo. L'appello degli uomini della Protezione Civile ricorda a tutti che “la SS90, per quanto sia una strada fondamentale, passa pur sempre sotto un cantiere. Bisogna collaborare e rispettare i limiti. Non deve diventare un pericolo”.

 

    LA CRONOLOGIA DELLA FRANA  
   

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Nel 1956 la frana viene segnalata per la prima volta a monte di Montaguto.

Nel dicembre 2005 il sindaco di Montaguto, Giuseppe Andreano, nell’annuario del Corriere del’Irpinia segnalava come “problematica preoccupante” quella della frana. Il movimento franoso era in corso dal 1956, quando fu segnalato per la prima volta, ma fino ad allora non destava particolari preoccupazioni perché scivolava lungo un tratto di terreno incolto. Il 31 gennaio 2006 esplode il problema. Durante la notte la frana invade la statale. La strada viene chiusa. Alcune abitazioni sono a rischio ed i residenti vengono evacuati.

Il 18 aprile 2006 viene disposta la chiusura della SS90 nel tratto compreso tra i km 42+800 e 43+200

Il 26 aprile 2006 la frana invade definitivamente la statale 90 delle Puglie e si affaccia prepotentemente alla ribalta regionale e nazionale.

Il 3 maggio 2006 Guido Bertolaso annuncia che sarebbe diventata un’emergenza nazionale con la dichiarazione di calamità naturale da parte del Consiglio dei Ministri. Intanto si tenta un intervento per liberare la statale, rivelatosi utile per pochissimo tempo.

Dal 3 al 13 maggio 2006 – Interruzione idrica a Montaguto

Il 12 maggio 2006 Silvio Berlusconi dichiara lo stato di emergenza.

Nel mese di maggio 2006 iniziano i disagi alla popolazione residente. Montaguto rimane senza acqua corrente per qualche giorno. I collegamenti su gomma con la Puglia vengono interrotti ed il traffico veicolare deviato sull’interpoderale Cicotonno – Ischia. La strada è pressoché impercorribile perché anch’essa interessata a piccoli movimenti franosi. Per un periodo il traffico veicolare viene deviato anche nel letto del fiume, con attraversamenti di piccoli corsi d’acqua.

Nello stesso mese la popolazione si mobilita, soprattutto quella della confinante Puglia.

Il 13 luglio 2006 Romano Prodi conferma lo stato di emergenza e contemporaneamente il Governo stanzia due milioni e mezzo di euro. La gestione dell’emergenza viene affidata al Presidente della Regione Campania Antonio Bassolino.

Il 25 agosto 2006 iniziano i lavori per realizzare una bretella

Il 29 agosto 2006 una ditta incaricata si insedia per stabilire le origini e le modalità della frana

Il 30 agosto lungo la statale 90 interessata dalla frana viene aperta una bretella laterale di raccordo, realizzata da Rfi, che permette il transito a senso unico alternato.

Il 22 dicembre 2006 viene chiusa la SS90. Da qui in avanti, vi saranno altre chiusure a intermittenza. Eccole nel dettaglio: 15 febbraio 2007, 28 agosto 2007, 26 gennaio 2009, 2 giugno 2009, 1 luglio 2009, 28 agosto 2009, 24 ottobre 2009, 30 novembre 2009, 21 gennaio 2010.

L’11 gennaio 2007 il traffico è di nuovo interrotto anche sulla bretella e nasce un comitato cittadino.

Il 23 dello stesso mese la frana di Montaguto finisce nel question time alla Regione Campania.

Il 6 febbraio 2007 l’ANAS annuncia che l’unica soluzione è passare con un tunnel sotto il livello di scivolamento della frana.

Il 9 marzo l’on. Lello di Gioia (eletto in Provincia di Foggia) fa un’interrogazione al Ministro Antonio Di Pietro. L’11 aprile il commissariato requisisce dei terreni per consentire lo smaltimento dei materiali rimossi dalla statale 90. Il Ministero delle Infrastrutture studia un tunnel di 700 metri per passare sotto il piano di frana.
Occorrono 35 milioni di euro per creare il bypass stradale e ferroviario.

L'1 giugno 2007 il sito di stoccaggio viene sequestrato dall’autorità giudiziaria.

L’11 dicembre 2007 i sindaci del Cervaro fanno un appello al Presidente del Consiglio Romano Prodi

Il 30 dicembre 2007 scade il decreto di istituzione del commissariato, i fondi stanziati sono finiti ma la frana resta in azione come prima.

Il 3 luglio 2009 la frana, fino ad allora “silente”, si rifà viva ed inghiotte di nuovo la bretella rimandando nel caos il già precario sistema dei trasporti. A rischio anche la ferrovia.

Il 9 luglio 2009 il Prefetto Ennio Blasco, dopo una riunione tecnica dalla quale non sembrano emergere soluzioni concrete, annuncia una lettera di protesta da inviare a Bassolino e Bertolaso.

Il 21 gennaio 2010 la bretella viene chiusa a tempo indeterminato.

Il 14 febbraio 2010 la bretella resta sepolta, col terreno a pochi passi dai binari.

Il 26 febbraio 2010 il Consiglio dei Ministri nomina commissario straordinario per l’emergenza frana Mario De Biase. L’ex sindaco di Salerno è incaricato di fronteggiare le situazioni disastrose presenti in Campania. Con l’attribuzione dell’incarico non gli vengono conferiti poteri speciali e non viene assicurata nessuna copertura finanziaria. Si parla di mettere a sua disposizione 38 milioni di euro, per le quattro emergenze, da prelevare dai fondi FAS della Campania. De Biase chiede anche poteri straordinari, ma non sarà così.

Il 10 marzo 2010 avviene il blocco della ferrovia.

Il 13 marzo arrivano le telecamere di La7, che registrerà un ampio servizio a cura della collega Raffaella Di Rosa. La chiusura della ferrovia è riuscita a calamitare l’attenzione dei mass media nazionali.

Il 16 marzo 2010 i binari vengono smontati per evitare che la pressione esercitata dalla frana possa creare maggiori problemi alla massicciata ferroviaria. I passeggeri in transito sulla tratta Lecce – Roma vengono fatti scendere a Foggia e portati in pullman a Benevento, attraverso percorsi tortuosi. Le ferrovie avvisano i passeggeri che il tempo di percorrenza totale resta indeterminato.

Il 18 marzo 2010 le Ferrovie dello Stato annunciano danni per 620.000 euro a settimana a causa dell’interruzione che non è imputabile a loro responsabilità.

Il 19 marzo Bertolaso, responsabile della Protezione Civile Nazionale, convoca a Roma un tavolo con le FFSS, l’Autorità di Bacino ed il nuovo commissario straordinario. Annuncia una soluzione in tempi brevi.

Il 17 aprile 2010 torna, dopo quattro anni, Bertolaso a Montaguto: il capo dipartimento annuncia che, da oggi in avanti, sarà la Protezione civile a prendere in mano le redini del caso. Inoltre, avverte che si lavorerà H24 su tre turni, per fare più in fretta possibile.

Il 18 aprile arriva a Montaguto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. Nello stesso giorno, i militari dell’11esimo Reggimento Genio Guastatori di Foggia si accampano nell’area P.i.p. del paese: daranno un validissimo supporto nella rimozione della terra.

Il 21 aprile torna Bertolaso, che incontra la stampa e rassicura gli animi: “Entro fine maggio riapriremo la ferrovia e per l’estate sarà risolta l’intera faccenda. Riapriremo anche la strada”. Proprio in questa data, Montaguto.com svela la storia di Matias, un bambino allergico alla polvere che vive, insieme alla famiglia, giù allo scalo di Montaguto, dove ogni giorno i camion alzano tanti polveroni di terra.

Il 7 maggio 2010 arriva in visita il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Giuseppe Valotto, che avvisa: “Non ce la faremo per fine maggio, l’apertura della ferrovia slitterà”.

Il 10 maggio è Guido Bertolaso a garantire: il generale Valotto è stato frainteso, siamo nei tempi giusti.

Il 12 maggio arriva il presidente dell’Alto Calore, Franco Maselli: “Siamo a completa disposizione della Protezione Civile”. Si lavora per cercare di non disperdere l’acqua all’interno della frana.

Il 17 maggio Bertolaso, in visita a Montaguto, risolve il problema di Matias, il bambino allergico alla polvere che abita proprio allo scalo di Montaguto. E conferma la tempistica.

Il 26 maggio il Capo della Protezione civile annuncia: “Via ai treni dal 7 giugno”. E intanto i tecnici di Rfi rimontano i binari.

Il 1 giugno 2010 Bertolaso inaugura il treno di collaudo. La riapertura della ferrovia è prevista il 7 giugno, quella della strada a metà luglio.

Il 5 giugno passa il treno Archimede, che controlla la linea tra Ariano e Foggia: i risultati sono positivi.

Il 7 giugno passa il primo treno dall’11 marzo: è l’Eurostar 9350 partito da Lecce e diretto a Roma, che transita sotto la frana alle 9.16.

Il 9 luglio l’Anas firma il documento che riapre, di fatto, la SS90 dal 10 luglio.

Il 10 luglio 2010 viene finalmente riaperta la SS90 delle Puglie, nel tratto compreso tra il km. 41+700 e 44+150.